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NADH

(5-nicotinammide-adenindinucleotide ridotto)

NADH

La 5-nicotinammide-adenindinucleotide ridotto, o coenzima 1, è una sostanza naturale ad azione antiossidante, presente in ogni cellula vivente. È fondamentale per la produzione di energia e per tutti i processi biochimici. Si trova soprattutto nella carne e nel lievito, meno nei vegetali.

Categoria

·        Integratore nutrizionale. Tonico.

Proprietà

·        Promuove la sintesi di ATP:

        incrementa le energie fisiche;

        riduce il senso di fatica.

·          Incrementa la produzione di Ach, noradrenalina e dopamina:

rinforza la memoria;

migliora le capacità di apprendimento;

favorisce lo stato di vigilanza e la lucidità mentale;

migliora il tono dell’umore;

migliora la coordinazione;

stimola la secrezione dell’ormone della crescita.

·        Antiossidante:

concorre alla riparazione del DNA;

       migliora l’efficienza del sistema immunitario.

Indicazioni

·        Stati di facile affaticamento e di stress psico-fisico

·        Integratore sportivo

·        Antiossidante. Anti-invecchiamento

·        Sindrome da stanchezza cronica

·        Depressione

·        Coadiuvante nel trattamento del morbo di Parkinson

·        Coadiuvante nel trattamento del morbo di Alzheimer

Dosaggio consigliato

Il dosaggio varia in funzione dell’età, delle esigenze e della tolleranza soggettive. Il dosaggio medio suggerito, riferito al prodotto puro, varia da 2.5 mg a 15 mg al dì, da assumere 30’-40’ prima della colazione del mattino; nel caso di applicazioni a dosaggi terapeutici, l’assunzione di NADH deve avvenire sotto stretto controllo medico.

Tossicità ed effetti collaterali

Ad oggi non sono riportati effetti collaterali, né eventuali interazioni con farmaci. Il sovradosaggio può procare a volte insonnia e ansietà .

 

Controindicazioni

 

L’assunzione del NADH deve avvenire sotto controllo medico durante l’infanzia, l’allattamento e la gravidanza. E’ invece sconsigliata in caso di alcolismo cronico.

Forme di impiego

Compresse a dosaggio variabile da 2.5 a 5 mg.

 GENERALITA’

Il NADH (5-nicotinammide adenin dinucleotide ridotto), o coenzima 1, rappresenta la forma attiva della vitamina B3. In tutte le cellule viventi il NADH svolge una fondamentale azione antiossidante, contrastando i danni causati dei radicali liberi, ma è deputato soprattutto alla produzione di energia biochimica.[i] All’interno dei mitocondri, infatti, il NADH viene ossidato a NAD+, con formazione di acqua e liberazione di energia; questa viene immagazzinata come adenosina trifosfato, o ATP (1 NADH = 3 ATP), l’unica forma di energia direttamente fruibile dal nostro organismo, essenziale per qualsiasi reazione biochimica. Le cellule a più elevato consumo energetico, come il cuore, il cervello e i muscoli, necessitano di una quantità maggiore di NADH: quanto più NADH è disponibile, tanta più energia possono produrre, e quanta più energia è necessaria alle cellule, tanto più NADH viene sintetizzato.3

Il NADH si trova soprattutto nella carne rossa (2.5 mg per chilo), nella carne di pollo, nel pesce e nel lievito, mentre i vegetali non ne sono ricchi quanto i tessuti animali. Poiché la cottura dei cibi e il processo digestivo degradano gran parte del NADH contenuto negli alimenti, un supplemento di NADH (attraverso il consumo abituale di lievito o di un integratore alimentare) può essere utile per incrementarne l’abituale assunzione.

 

 

 

 

 

 

 ATTIVITA’ ED INDICAZIONI

Promovendo la sintesi di ATP, cioè di energia biochimica, il NADH interviene in tutti i processi biochimici che avvengono nel nostro organismo. In ragione di ciò è comprensibile come gli effetti di un suo supplemento possano ripercuotersi a più livelli, su molteplici funzioni biologiche.

·        Tonico. Numerose ricerche, condotte su diversi gruppi di persone, hanno dimostrato che, assunto come supplemento alimentare, il NADH può agire in modo rilevante sul sistema nervoso centrale. Il NADH, infatti, incrementa efficacemente la produzione di neurotrasmettitori quali Ach, dopamina e noradrenalina4. Questo comporta una stimolazione delle funzioni intellettive più elevate, fra cui l’apprendimento, la capacità di concentrazione e la memoria. Grazie alla sua azione tonica costituisce un valido aiuto sia negli stati di facile affaticamento mentale (studio, lavoro, stress emotivo), sia per contrastare la perdita di lucidità mentale che consegue all’invecchiamento. Inoltre, poiché incrementa le riserve energetiche e migliora le difese naturali dell’organismo, può essere utile negli stati di particolare affaticamento fisico (convalescenza, sforzi fisici prolungati, cambi di stagione).

 ·         Integratore sportivo. L’assunzione di NADH aumenta i livelli cellulari di ATP, mettendo a disposizione dell’organismo una maggiore quantità di energia immediatamente utilizzabile. Per questo motivo si sono valutati gli effetti di un suo supplemento finalizzato all’incremento della prestazione atletica. Studi condotti su un gruppo di atleti hanno previsto un supplemento quotidiano di 5 mg di NADH (quanto ne è contenuto in 2 chili di carne), e hanno preso in considerazione il tempo di reazione, il lavoro sviluppato, la resistenza, la forza, la qualità della prestazione, la massima capacità di ossigenazione e la capacità di concentrazione. Dopo 4 settimane si è osservato un miglioramento di tutti i parametri valutati.5 Si è ipotizzato che ciò sia dovuto non solo all’incremento dei livelli di ATP, ma anche all’incremento della sintesi di dopamina,4che sarebbe responsabile del miglioramento dello stato di vigilanza, della capacità di concentrazione e di coordinazione motoria.

·        Antiossidante, anti-invecchiamento. Il NADH è il più potente agente antiossidante a disposizione del nostro organismo. Un abbassamento della sua concentrazione a livello cellulare, come avviene fisiologicamente con l’avanzare dell’età, espone il nostro corpo ai danni causati dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento. Poiché il NADH è in grado di disattivare i radicali liberi e concorre alla riparazione del DNA, un suo supplemento aiuta a ritardare i danni legati all’invecchiamento fisico e mentale, e a prevenire l’insorgenza delle malattie correlate al danno ossidativo (neoplasie, malattie neurodegenerative e autoimmuni, sclerosi multipla e ateroslerosi).6

·        Sindrome da stanchezza cronica. La sindrome da stanchezza cronica, o SSC, è una malattia insidiosa e debilitante, anche nota come fibromialgia, sindrome da immunodeficienza cronica, encefalomielite mialgica, ecc. Il sintomo principale è la debolezza e mancanza di energia, cui si accompagnano astenia, dolori muscolari, mal di testa, depressione, febbre, disturbi del sonno, mal di gola e ingrossamento dei linfonodi.7-9 Benché siano state fatte molte ipotesi (virale, immunologia, genetica, ecc.), l’eziologia di questa malattia non è ancora stata determinata in modo univoco, e le terapie attualmente a disposizione costituiscono solo un palliativo. Una delle strategie terapeutiche più seguite prevede l’uso di tutte quelle sostanze che possono contribuire all’incremento delle difese immunitarie e delle riserve energetiche (magnesio, ferro, sostanze naturali).10-13 Il NADH può risultare utile, in quanto, oltre ad incrementare la sintesi di ATP, migliora l’efficienza del sistema immunitario. Infatti, essendo il principale agente riducente cellulare, incrementa i livelli di tutti gli antiossidanti endogeni, contrastando così il danno ossidativo.14 Il NADH inoltre contribuisce alla riparazione del DNA, prevenendo le alterazioni derivanti da un’alterazione del messaggio genetico. Studi clinici, condotti su un gruppo di pazienti sofferenti di questo disturbo, hanno previsto la somministrazione di 10 mg di NADH per due cicli di 4 settimane. I risultati sono incoraggianti: un supplemento di NADH riduce il senso di fatica, incrementa l’energia fisica e mentale ed è in grado riportare a valori quasi normali i livelli di serotonina, che nel cervello di tali pazienti risultano fortemente depressi.15 Questi risultati indicano che il NADH può essere inserito fra le sostanze efficaci per il trattamento della SSC.

·       Coadiuvante nel trattamento della depressione. I neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina sono coinvolti anche nei circuiti neuronali che determinano il tono dell’umore. E’ noto che nel cervello delle persone malate di depressione i loro livelli risultano inferiori al normale, perciò le sostanze in grado di incrementare i livelli dei suddetti neurotrasmettitori (come la cocaina o molti psicofarmaci usati in terapia) provocano un rilevante effetto euforizzante. Poiché il NADH aumenta la sintesi di noradrenalina e dopamina,4 il suo impiego può essere utile nel trattamento della depressione. In uno studio clinico, condotto su un gruppo di persone sofferenti di depressione, il trattamento prolungato con NADH si è dimostrato efficace nel 93% dei casi. A differenza di altre sostanze psicoattive, il NADH può essere usato per lunghi periodi senza gli effetti collaterali tipici di altri antidepressivi, e l’interruzione dell’assunzione non provoca il cosiddetto “effetto rimbalzo”.16

·       Coadiuvante nel trattamento del morbo di Parkinson. Il morbo di Parkinson è una grave malattia neurodegenerativa, che a livello cerebrale si manifesta con la morte dei neuroni dopaminergici, e a livello fisico provoca tremori, discinesia, mancanza di coordinazione, rigidità muscolare. Per questo disturbo esistono ad oggi solo cure sintomatiche, che con il tempo perdono di efficacia, provocando il cosiddetto effetto “on-off”, cioè l’alternanza di periodi in cui il paziente risponde positivamente ai trattamenti, e di periodi in cui i sintomi sembrano addirittura aggravarsi. L’assunzione di NADH produce un aumento della sintesi di dopamina,4 migliorando significativamente i sintomi di questa malattia. Inoltre, agendo da radical scavenger, protegge i neuroni dal danno ossidativo associato alla loro degenerazione. In uno studio clinico, condotto su un gruppo di pazienti sofferenti di morbo di Parkinson, il trattamento con NADH (somministrato per via orale, endovenosa o intramuscolare) ha dato risultati positivi nell’80% dei casi. In pochi giorni si sono evidenziati un miglioramento della coordinazione, delle capacità motorie e cognitive, nonché un rilevante calo della rigidità muscolare. I benefici maggiori si sono riscontrati in pazienti giovani e in quelli ammalati da minor tempo.17 Il trattamento con NADH, inoltre, può incrementare la durata della fase “on” quotidiana da 6 a 10 ore, migliorando significativamente la qualità della vita di questi pazienti.18

·      Coadiuvante nel trattamento del morbo di Alzheimer. Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa grave, che causa la perdita graduale di memoria, delle capacità di comunicazione e delle funzioni cognitive e fisiche, portando progressivamente alla demenza. Nei pazienti sofferenti di questa malattia, oltre al decremento della neurotrasmissione, si osserva che l’attività cellulare correlata al NADH risulta 25-50 volte inferiore a quella di individui sani della stessa età.  Molti studi preliminari mostrano che il NADH può essere utile nel trattamento del morbo di Alzheimer, probabilmente grazie all’incremento della sintesi di neurotrasmettitori e all’azione antiossidante. Studi clinici condotti su un gruppo di pazienti malati di demenza senile hanno previsto un trattamento di 8-12 settimane con 10 mg di NADH. Già dopo 2 settimane di trattamento, i ricercatori hanno osservato un notevole incremento delle funzioni cognitive e della memoria, e un aumento del 240% dell’attività cellulare NADH dipendente. I test specifici condotti all’inizio e alla fine del trattamento hanno evidenziato un miglioramento generale anche nei casi più gravi.19                       

DOSAGGI D’IMPIEGO E TOSSICITA’

Come supplemento alimentare il dosaggio consigliato, riferito al prodotto puro, varia da 2.5 mg a 5 mg al giorno, in funzione dell’età. Il prodotto si assume solo con acqua, al mattino a stomaco vuoto, almeno 30’ prima della colazione. Gli effetti possono manifestarsi dopo alcune ore, come dopo pochi giorni dall’inizio del trattamento. In seguito si può aggiustare il dosaggio in base alla tolleranza soggettiva (alcune persone possono ottenere un beneficio anche con un’assunzione discontinua). Come coadiuvante terapeutico la dose media consigliata è di 10 mg al giorno o più, da assumere con le modalità già illustrate. In questo caso l’assunzione deve avvenire sempre sotto stretto controllo medico.

Alle dosi suggerite non sono stati ad oggi riportati effetti indesiderati, se non rari casi di insonnia e ansietà.

 CONTROINDICAZIONI

L’assunzione del NADH è sconsigliata qualora il rapporto NADH/NAD+ sia sbilanciato a favore del primo, come avviene ad esempio in patologie associate all’alcolismo cronico. Il suo impiego, inoltre, dovrebbe avvenire sotto controllo medico durante l’infanzia, l’allattamento e la gravidanza.

 FORME DI IMPIEGO

Il NADH è formulato generalmente in compresse. Si trova associato a bicarbonato di sodio, vitamina C e a comuni eccipienti che ne migliorano la stabilità e la biodisponibilità.

 Le informazioni contenute nella seguente nota informativa sono allo stato attuale delle nostre conoscenze accurate e corrette. Esse vengono tuttavia offerte senza alcuna garanzia riguardo a possibili errori. In particolare non si assumono responsabilità per ciò che attiene alla loro applicazione

  RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI


1 Lehninger, A.L. Vitamins and Coenzymes, Biochemistry, 2nd Ed.: 337-42. The Johns Hopkins University School of Medicine, New York: Worth Publishers Inc., 1975.

2 Devlin, T.M. Biochemistry With Clinical Correlations, 3rd Ed.: 559-63. Hahnemann University School of Medicine, New York: Wiley Liss, 1992.

3 Alberts, B. et al. Energy Conversion: Mitochondria and Chloroplasts. Molecular Biology of the Cell, 3rd Ed.: 653-720. New York: Garland Publishing Inc., 1994.

4 Gardier, A.M. "Effects of acute and chronic NADH administration on peripheral and central norepinephrine and dopamine synthesis in the rat." Birkmayer Institut fur Parkinsontherapie, Internal Lab Report (No. 94070401)

5 Birkmayer, J.G.D. & Vank, P. "Reduced coenzyme 1 (NADH) improves psychomotoric and physicalperformance in athletes." White Paper Report, New York: Menuco Corp., 1996. (No. 94070401)

6 Birkmayer, J.G.D. Energy for Life: NADH, The Energizing Coenzyme: 6-11. New York: Menuco Corp., 1996.

7 Fukuda K, Straus SE, Hickie I et al. Chronic fatigue syndrome: A comprehensive approach to its definition and study. Ann Inter. Med. 121: 953-959, 1994.

8 Komaroff AL, Buchwald DS. Chronic fatigue syndrome: An update. Ann Rev Med. 49: 1-13. 1998

9 Sharpe MC, Archard LC, Banatvala JE et al. A report chronic fatigue syndrome: Guidelines for research. JR Soc Med. 84: 118-121, 1991.

10 Bohn B, Nebe CT and Birr C. Flow cytometric studies with Eleutherococcus senticosus extract as an immunomodulatory agent. Arzneim Forsch. 37: 1193-1196, 1987.

11 Brown D. Licorice root – potential early intervention for chronic fatigue syndrome. Quart Rev Nat Med. 95-96, Summer 1996.

12 Baschetti R. Chronic fatigue syndrome and liquorice. New Zealand Med J. 108: 156-158, 1995.

13 Cox IM, Campbell MJ and Dowson D. Red blood cell magnesium and chronic fatigue syndrome. Lancet 337: 757-760, 1991.

14 Demopoulos HB et al. The possible role of free radical reactions in carcinogenesis. J Environ Path Tox. 3: 273-303, 1980.

15 Bellanti JA, Forsyth, LM, MacDowell-Carneiro AL, Birkmayer GD and Preuss HG. NADH and chronic fatigue syndrome: A new therapeutic approach (abstract). Ann Allergy Asthma Immunol. 80-82, 1998.

16 Birkmayer, J.G.D. & Birkmayer, W. "The coenzyme nicotinamide adenine dinucleotide (NADH) as biological antidepressive agent experience with 205 patients." New Trends in Clinical Neuropharmacology. 5:75-78, 1991.

17 Birkmayer, J.G.D., et al. "Nicotinamide adenine dinucleotide (NADH) - a new therapeutic approach to Parkinson's disease: Comparison of oral and parenteral application." Acta Neurologica Scandinavia 87 (Suppl 146): 32-35, 1993.

18 Birkmayer W, Birkmayer JGD, Vrecko K, et al. The clinical benefit of NADH as stimulator of endogenous L-Dopa biosynthesis in Parkinsonian patients. In Advances in Neurology, vol. 53 (Parkinsons Disease: Anatomy, Pathology, and Therapy), eds. MB Streifler, AD Korczyn, E. Melamed, et al. New York:Raven Press,  545–49, 1990.

19 Birkmayer, J.G.D. "Coenzyme nicotinamide adenine dinucleotide: New Therapeutic approach for improving dementia of the Alzheimer type." Annals of Clinical and Laboratory Science, 26 (1): 1-9, 1996.

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